Quante volte sentiamo chiamare MAMMO quei papà che si sono presi cura del loro figlio per una giornata intera, magari perché le mogli si sono concesse del tempo con le amiche o semplicemente avevano una riunione importante e il bambino malato da non poter portare all’ asilo.

Credo che questo termine sia per i papà offensivo, perché un papà quando sta con suo figlio fa il PADRE. Ruolo genitoriale che dovrebbe essere quanto più possibile paritario a quello materno ma sappiamo purtroppo che la realtà è ben diversa, anche se in netto miglioramento rispetto al passato.

Infatti, sono sempre di più i padri che si barcamenano tra pannolini, biberon e notti in bianco.

Ce la mettono tutta per superare il loro modello genitoriale probabilmente legato ad un retaggio culturale, tuttora a volte presente, dove i padri sono vissuti come coloro che pensano al lato economico familiare, mentre le madri, casalinghe, si occupano di casa e figli.

Ad oggi le cose stanno diversamente, le donne lavorano sempre di piu’ e gli uomini sentono la necessità di trascorrere del tempo con i loro figli.

Non sto dicendo che la situazione è invertita, ma piuttosto che le responsabilità si condividono maggiormente.

Torniamo alla figura paterna.

Quando un padre può definirsi tale?

Quando appare la doppia linea rosa? Ancora prima? O forse un po’ dopo?

Le mamme durante la gravidanza vivono cambiamenti interni (ed esterni) di grande impatto sul loro assetto psico-fisico,  hanno “sentito” per 9 mesi crescere dentro di loro hanno creato spazio nella mente e nel corpo per l’arrivo del neonato.

Probabilmente l’istinto iniziale guiderà le neomamme che in alcune circostanze si troveranno a cullare e a consolare il proprio bimbo con la naturalezza di un’esperta.

Per i papà le cose non saranno altrettanto immediate, sarà probabilmente  la nascita del bambino a segnare  il passaggio fondamentale, potranno finalmente accogliere tra le loro braccia il figlio che per 9 mesi hanno vissuto di riflesso anche se in maniera attiva e partecipe.

Per altri ci vuole piu’ tempo e il passaggio avviene quando verso i 9 mesi la simbiosi con la madre si allenta  e riescono a trovare il loro ruolo in un menage che diventa sempre piu’ familiare.

Il sentirsi padre è un passaggio soggettivo che prevede comunque tempo, ma non lasciatevi spaventare cari papà, l’istinto paterno vi invaderà e sarete fondamentali nella crescita dei vostri pargoli… nessun MAMMO solo PAPA’!

Giulia Papini

Giulia Papini

Psicologa perinatale e Psicoterapeuta

Psicologa iscritta all’Albo degli psicologi (N° 19735) nel 2013, specializzata in Psicoterapia sistemico relazionale, lavoro come psicologa perinatale con l’obiettivo di supportare le famiglie ma soprattutto i bambini. 

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